Danse : aSH

Ancorata al suolo, danza.

Dietro di lei, la tela si alza, mobile, mutante, rumorosa. Il confronto è potente. Shantala Shivalingappa, impregnata dell'energia di Shiva, doma l'altro. Con infinita grazia, ci invita a seguire il filo della sua storia.

Riscritta da Aurélien Bory, la storia di questa vita, un mix di tradizione e danza contemporanea, ammalia i sensi e porta il pubblico in un viaggio ai confini della realtà.

Con aSH, Aurélien Bory completa la sua trilogia di ritratti di donne, dieci anni dopo averla iniziata. In questa opera si concentra sulla storia di Shantala Shivalingappa, una divinità danzante che incarna la perfetta simbiosi tra l'arte ancestrale del kuchipudi, di cui è oggi la migliore interprete, e la danza contemporanea, che serve con passione fin dai suoi esordi con Maurice Béjart. Ogni gesto rivela l'eleganza, la delicatezza e la perfetta tecnica dell'interprete.

Accompagnata sul palco dai ritmi del percussionista e compositore Loı̈c Schild, Shantala Shivalingappa danza ispirandosi a Shiva, Dio della danza ma anche Dio creatore e distruttore. Signore della cremazione, ricopre il suo corpo di cenere.

In questo scenario chiaroscurale, Shantala Shivalingappa incarna Shiva, che permette al mondo di manifestarsi e allo spazio di danzare. Con la precisione di un orafo, i suoi passi tracciano mandala sul pavimento, in un movimento delicato e ispirato in cui la purezza si mescola alla sensualità.

Mescolando abilmente i loro mondi, il coreografo e il performer ci invitano a un viaggio permanente tra cultura ancestrale e tecnologia innovativa, tra fuoco e ghiaccio, tra Oriente e Occidente. aSH, uno spettacolo accattivante di rara bellezza che ci travolge.